19 ottobre 2008

Sogno n. 9

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Ero in bagno e sentivo sollevarsi più volte il pavimento. Mi rendevo conto che era una scossa di terremoto e che era molto più forte delle precedenti viste la sua durata e la sua violenza. Mi chiedevo se la casa fosse stata danneggiata, se fosse a posto. Pensavo di andare a vedere la stanza in cui lavoro (e dove stavo da bambino) per controllare se ci fossero danni, visto che c'erano delle crepe già prima del terremoto.
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Interpretazione

Il bagno è spesso il simbolo dell'analisi perché è il luogo in cui ci liberiamo delle cose sporche. Ma è anche il luogo in cui possiamo conoscerci specchiandoci, il luogo in cui ci rendiamo presentabili agli occhi degli altri.

Nel corso dell'analisi, dunque, il paziente avverte l'emergere improvviso e violento di pulsioni percepite come capaci di arrecare seri danni alla personalità visibile (la casa) che già in precedenza, peraltro, presentava i segni di una non eccessiva solidità (le crepe).

Il sisma investe contemporaneamente l'area del presente e quella dell'infanzia. Viene percepito il nesso che lega le due aree: la stanza in cui lavora adesso, infatti, è la stessa in cui stava da piccolo.

Notare la differenza rispetto ai tre sogni precedenti che appartengono ad un altro paziente. Qui non c'è la paura onnipervadente, quasi panica che rende adottabile un solo comportamento, la fuga. Al suo posto vediamo che viene conservata la presenza a se stesso, la capacità di compiere valutazioni, confronti e riflessioni. In tutto il racconto del sogno non c'è una sola parola che esprima direttamente o evochi l'idea della paura.

Onde evitare facili entusiasmi in chi sta leggendo, aggiungo che questo paziente non si trovava nella fase iniziale della terapia. Egli si era guadagnato questo risultato lusinghiero lavorando sodo, riuscendo a superare i dubbi che stanno sempre in agguato e che spesso vengono alimentati dai parenti e dai conoscenti di chi sta seguendo una psicoterapia. I quali dicono: "Ma lascia perdere l'analisi, fai appello alla tua volontà, cercati una persona che ti capisca e con la quale tu possa confidarti, risparmia quei soldi e spendili meglio, gli analisti sono più squilibrati dei loro pazienti…. ecc.".

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