29 novembre 2008

Sogno n. 33

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A casa mia scopro un passaggio molto stretto. Lo attraverso con fatica e mi ritrovo in una seconda casa che sta dentro la prima e di cui non ero a conoscenza fino a quel momento. Percorro un corridoio ed entro in una stanza nella quale c'è un uomo che sta a guardia di una gabbia addossata alla parete. L'uomo dice che è stato messo lì per controllare la BESTIA. Questa è rinchiusa nella gabbia da tanti anni e cerca continuamente di uscire. Mi avvicino alla gabbia ma, all'improvviso, vedo una mano enorme, schifosa, con unghie lunghissime e le dita rosso fiamma che cerca di afferrarmi il viso. Ma l' uomo dice: "Lui non è cattivo. Dipende tutto dal fatto che è ora che esca da lì. Aspettavamo te".

Corro via spaventata e, insieme con i miei familiari, formiamo una barricata per difenderci dal mostro. La bestia esce e si dirige verso di noi con aria cattiva, come se volesse ucciderci. Noi ci dividiamo in due gruppi lasciandogli un varco. Allora la bestia passa senza aggredirci e se ne va SCOMPARENDO nel nulla.

Interpretazione

La parola BESTIA è stata evidenziata dalla sognatrice stessa nel resoconto scritto, probabilmente per sottolineare l'intensità della paura che aveva provato nel sogno, le ultime tre parole invece le ho evidenziate io per sottolineare il punto di arrivo di ogni psicoterapia riuscita.

La paziente - per difendersi dalla propria parte aggressiva, BESTIALE - l'ha rinchiusa in una GABBIA ma, poiché questo stratagemma non basta a farla sentire sicura, ha bisogno di mettere anche un uomo di guardia e di perdere la consapevolezza di quanto ha fatto. Questi processi difensivi infatti sono del tutto inconsci. Si tratta del meccanismo di difesa chiamato RIMOZIONE che abbiamo già incontrato. In questo caso le difese sono addirittura tre: la gabbia, il guardiano, la cancellazione dalla memoria conscia. Possiamo quindi arguire quanto fosse forte la pulsione che cercava di venire fuori e manifestarsi nella vita di veglia.
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La bestia chiusa nella gabbia cerca d'attaccare anche lei quando prova ad avvicinarsi. Vuol dire che l'aggressività inibita verso l'esterno cioè verso quella che sarebbe la sua naturale destinazione, in alcuni casi può ritorcersi verso la persona stessa che l'ha inibita.

Gli impulsi aggressivi ai quali si riferisce il sogno sono diretti verso i propri familiari. Nella seconda parte del sogno infatti la "bestia" sembra voler uccidere i componenti della famiglia.

L'analisi porta la sognatrice a prendere contatto con questa parte rimossa e a scoprire che in realtà la sua cattiveria è soltanto presunta. Tanto è vero che la bestia dall'apparenza così aggressiva, una volta liberata cioè arrivata a livello della coscienza, non aggredisce nessuno e addirittura SVANISCE nel nulla.
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Il sogno in questione non lo dice, ma possiamo ben immaginare come cambi in positivo la vita di una persona che non si sente più costretta a difendersi costantemente dai propri impulsi aggressivi rivolti verso i suoi familiari. Pensiamo anche a quanta energia questa liberazione permette di recuperare e rendere disponibile per le cose belle della vita!

Con poche, vivide immagini questo sogno riassume interi trattati di psicoanalisi....

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