14 gennaio 2009

Sogno n. 46

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Cammino sul marciapiede, di notte. La strada è buia perché i lampioni sono spenti. Ho molto freddo e mi sento sola, triste, depressa. Ad un certo punto arriva una comitiva di ragazzi che sono molto allegri e scherzano tra di loro. Si mettono ad aspettare l'autobus ad una fermata. Anch'io mi metto ad aspettare, ma senza fare comunella con loro, resto per conto mio. Quando l'autobus arriva, loro salgono prima di me, passano uno alla volta davanti alla macchinetta vidimatrice, tirano fuori il cartoncino del biglietto, lo infilano nella fessura e passano avanti.
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Io sono ultima. Quando arriva il mio turno metto la mano in tasca per prendere il biglietto ma, anziché il cartoncino, mi ritrovo in mano una fetta di prosciutto. Provo ripetutamente ad infilarla nella fessura, ma non ci riesco perché ogni volta la fetta si piega e cade anziché restare dritta.

Interpretazione

È stato versato molto inchiostro per contestare l'esistenza in alcune donne della "invidia del pene", ma di fronte ad un sogno come questo credo ci sia poco da contestare, a meno che si voglia negare l'evidenza.
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In fatto di immagini la creatività dell'inconscio è inesauribile. Come dico spesso, al suo confronto Federico Fellini era un semplice apprendista. Notare con quanta efficacia il sogno riesce a mettere in risalto la differenza tra lo stato d'animo dei ragazzi e quello della sognatrice. Loro sono in compagnia, sono allegri e scherzano. Lei è sola, sta al buio, sente freddo, si sente triste e depressa. Il tutto rappresentato con pochi, sapientissimi tocchi.
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Dimenticavo: il possesso del biglietto di un autobus consente di muoversi e spostarsi nella città quindi rappresenta l'analoga possibilità di spostarsi e muoversi nella vita.
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Per pareggiare i conti, il prossimo sogno riguarderà l'invidia di un uomo per la donna.

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