16 marzo 2010

Sogno n. 120

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Stavo su un traghetto che si era incagliato sulla spiaggia di un'isola nel Pacifico del Sud. Il traghetto non aveva subito danni quindi non correva il rischio di affondare (nella realtà non sono mai stato nel Pacifico del Sud né da qualche altra parte nel Pacifico).
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Sulla spiaggia si potevano scorgere gli indigeni. Il tempo era stupendo, c'era il sole, il cielo era terso e faceva caldo. Sul traghetto c'erano anche altre persone ma non era molto affollato. Io collaboravo con gli uomini dell'equipaggio anche se non ne facevo parte, per lo meno stavo nel loro gruppo.
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Gli indigeni che si trovavano sulla spiaggia non erano ostili, ma era impossibile comunicare con loro.
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Non so come, ma ad un certo punto sbarcavamo e ci trovavamo in una città in cui non c'era il telefono e non era possibile comunicare in altro modo col resto del mondo. La città era moderna, con palazzi alti, ma nelle strade non c'erano automobili né altri veicoli e non c'era la corrente elettrica. Salivamo a piedi in cima ad un palazzo altissimo per vedere la zona tutt'intorno. Non potevamo renderci conto di quanto fossimo lontani dall'isola più vicina e non sapevamo da dove avremmo potuto ricevere aiuto. Sapevamo tuttavia che non eravamo lontani dall'essere soccorsi. Io non ero spaventato per quello che era successo, ma per quello che doveva essere fatto dopo.
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Avevo l'età attuale. Il traghetto era del tipo adatto per coprire solo piccole distanze, non era la grande nave che ci si aspetterebbe di usare per arrivare in una lontana isola del Pacifico del Sud.

Interpretazione
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Gli elementi costitutivi di questo sogno sono parecchi. Analizziamoli uno per uno.
  • Il paziente si trova in mare (inconscio) su un'imbarcazione cioè sopra un oggetto caratterizzato dal fatto di potersi muovere nel mare senza affondare: viaggio nell'inconscio senza il pericolo di perdersi in esso (grazie alla psicoterapia).
  • Non si tratta di una nave di linea, ma di un "traghetto" cioè di un'imbarcazione usata per compiere viaggi brevi. Come dire: "Mi aspettavo che l'analisi mi facesse fare un viaggio breve dentro di me, invece mi ritrovo molto più lontano di quanto mi aspettassi (nel Pacifico) e in un luogo insolito.
  • Il traghetto non ha subito danni quindi la situazione è tranquilla, non ci sono pericoli. Oltretutto gli indigeni non sono ostili, il tempo è splendido e presto arriveranno gli aiuti. Tutto questo lascia ben sperare per il seguito dell'analisi: non dovrebbero comparire resistenze insormontabili. Detto questo, però, non è difficile prevedere che qualche resistenza ci sarà comunque: il paziente è spaventato da quello che dovrà fare "dopo".
  • Tutto quello che appare lontano, esotico, straniero, incomprensibile, di solito indica i contenuti dell'inconscio perché - prima dell'analisi - con essi non abbiamo contatti coscienti . Molto spesso questi paesi e questi popoli stranieri sono localizzati in terre lontane dalla civiltà (mari del Sud, indigeni, ecc.), in terre dove la natura-istinto è libera di manifestarsi senza limitazioni o costrizioni (vegetazione lussureggiante, animali allo stato selvaggio).
  • Tutto il sogno è impostato su una caratteristica ribadita più volte: non c'è comunicazione. Infatti con gli indigeni non si può parlare, non c'è telefono, non ci sono automobili né altri veicoli, il traghetto è bloccato, non si può comunicare con il resto del mondo, manca l'energia elettrica quindi mancano gli ascensori (devono salire a piedi in cima al palazzo). Questa continuamente ribadita mancanza di comunicazione sta ad indicare il non-rapporto che è esistito fino a quel momento tra la coscienza del sognatore ed il suo inconscio. Infatti in quei posti lui non c'era mai stato prima di allora.
  • Il traghetto è incagliato, cioè non si muove: per capire questo aspetto del sogno bisogna sapere che da parecchie sedute il paziente non ricorda nessun sogno, da qui la sua sensazione di essere fermo, di essersi bloccato.

Possiamo concludere dicendo che questo sogno - come del resto tutti gli altri - è la fotografia fedele delle emozioni-sensazioni-pensieri che in quel momento si agitano nel profondo della psiche del sognatore.

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