17 aprile 2010

Sogno n. 124

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Vicino al mare c'è una ragazza che sta piangendo per la morte del padre (che da vivo era un ubriacone e viveva sotto i ponti).

Alcune persone mi invitano a cercare di consolarla, ma io sono troppo presa dai miei pensieri e allora mi invento la scusa che non è giusto rompere le scatole a chi ha deciso di stare da sola per piangere il suo dolore. Poi, però, vado a consolarla e ad un certo punto compare il padre che si mette a parlare con noi.

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Interpretazione
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Nella realtà il padre della sognatrice è morto da molti anni. Lei non aveva un buon rapporto con lui per parecchi motivi, ma soprattutto perché non corrispondeva alle sue aspettative. È convinta pertanto di ricordarlo senza rimpianto, di non soffrire per la sua morte.

A livello profondo invece le cose stanno in modo molto diverso, ma rifiuta di prendere contatto con quella sua parte che piange per la morte del padre. Rifiuta accampando come scusa le occupazioni della vita di veglia che, in questo modo, vengono da lei usate per distogliersi dal dolore.

Alla fine, tuttavia, riesce a vincere le resistenze e questo fa sì che la figura del padre riaffiori a livello cosciente e si ristabilisca il contatto.

Quando propongo questa interpretazione alla paziente, lei all’inizio la rifiuta finché non preciso che può esserci una differenza enorme tra un padre reale e la sua immagine idealizzata in base alle aspettative di una figlia. Si può restare indifferenti per la scomparsa del padre reale e nello stesso tempo piangere per la morte di questa immagine idealizzata.

Postilla: il tutto avviene “vicino al mare” cioè vicino all’inconscio. Quella emozione dolorosa non è più rimossa.

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