19 giugno 2010

Sogno n. 133

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Mi imbatto in due donne e un neonato. Sono madre e figlia e stanno prendendo il loro passeggino in mezzo a tanti altri per andarsene. Parlano in napoletano. Solo a sentire quel dialetto provo un senso di repulsione verso di loro perché considero i napoletani gente rozza, litigiosa, imbrogliona, scansafatiche e ladra, almeno nella gran parte. Il loro passeggino è quello più sporco e più malridotto. Come volevasi dimostrare! Attardandomi nel guardarle, però, ascolto i loro discorsi e mi rendo conto che non sono poi così male. In effetti non si può fare di tutta l'erba un fascio, le situazioni vanno valutate caso per caso e, soprattutto, dopo che se ne conoscono tutti gli aspetti.
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Interpretazione
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Anche qui ci troviamo di fronte ad una fase positiva dell'analisi, quella in cui si comincia ad essere capaci di pensare buttando a mare i pregiudizi e prendendo in considerazione solo i fatti oggettivi. Questo nuovo comportamento caratterizzato dall'equilibrio e dall'oggettività - messo in atto nel mondo esterno cioè verso le due napoletane - non piove dal cielo, è l'effetto di un processo di crescita grazie al quale viene abbandonata la semplicistica (ma rassicurante) visione manichea del mondo sia esteriore che interiore: da una parte tutte le emozioni BUONE, dall'altra tutte le emozioni CATTIVE.
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A questo punto scompare la scissione nevrotica della personalità, le parti cominciano a dialogare e tutta l'energia prima spesa per tenere lontano il supposto MALE interno diventa disponibile per i contenuti piacevoli della vita e per realizzare nuovi progetti. Si potrebbe dire che a questo punto "scoppia la pace".
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Il sogno che segue è un altro esempio di questo processo di superamento della coppia drasticamente oppositiva MALE-BENE.

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