27 settembre 2010

Sogno n. 146

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Incubo ricorrente:

Mentre cammino per strada mi accorgo del sopraggiungere di un autobus e cerco di farmi da parte. Improvvisamente però un secondo autobus, che non avevo visto prima, si avvicina velocemente e si ferma formando con l'altra vettura un angolo molto stretto (provo quasi un senso di soffocamento).
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Mentre gli autobus compiono queste manovre, io cerco in tutti i modi, ma inutilmente, di richiamare su di me l'attenzione degli autisti per evitare di essere schiacciata. A vetture finalmente ferme mi guardo intorno angosciata per fare il punto della situazione e mi accorgo di poter sgusciare dalla parte posteriore, ma ho qualche difficoltà a muovermi rapidamente. Mi resta la paura che - prima di essere riuscita a mettermi in salvo e quando gli autobus ripartiranno - lo spostamento d'aria mi risucchi o mi sballotti tra le pareti degli autobus. A quel punto mi sveglio.
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L'ultima volta che ho avuto questo incubo, le vetture formavano addirittura un rombo al cui interno ero prigioniera. A nulla valevano tutti i miei tentativi di richiamare l'attenzione. A vetture ferme, cercavo di concentrarmi razionalmente sul da farsi per evitare che gli autobus potessero nuocermi o schiacciarmi quando si sarebbero rimessi in moto. Mi sono svegliata con la convinzione di riuscire a scamparla.
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Interpretazione

L'autobus rappresenta la nostra vita di relazione con gli altri, il nostro spostarci avendo vicino il prossimo. Considerato lo stato in cui si trovano spesso i nostri mezzi pubblici, possiamo anche aggiungere che l'autobus può rappresentare il prossimo che ci sta troppo vicino, quasi sui piedi, insomma una vicinanza molesta.
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Anche se non è una mia paziente, conosco la sognatrice quindi so che coltiva aspirazioni spirituali e mistiche che la inducono a provare la sensazione che la vita laica e profana la costringa, la schiacci, la soffochi impedendole così di dedicarsi ai suoi ideali. La conseguenza è che vive le relazioni sociali come pericolose in quanto costrittive e limitanti. Per rendersi conto di quanto sia forte questa sensazione basterà confrontare le dimensioni di un corpo umano con quelle di due autobus messi insieme.
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Nonostante queste premesse, tuttavia, la conclusione è ugualmente positiva in quanto la sognatrice è convinta di riuscire a venirne fuori. Tutto questo risulterà ancora più chiaro dopo la lettura del sogno successivo.
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Dopo questa interpretazione la sognatrice mi ha scritto quanto segue:
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Con soddisfazione ti comunico che il mio incubo ricorrente non si è più ripresentato. Nella vita di tutti i giorni sto cercando di mettere dei paletti quando mi sento forzata ad impegnarmi oltre il limite che mi sentirei di affrontare serenamente. Incredibile, ho anche dato qualche piccolo taglio e... senza provarne rimorso.
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Commento finale: ecco a cosa serve "La miniera d'oro dei sogni.... interpretati".
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21 settembre 2010

Sogno n. 145

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Indossavo un bel vestito da sposa che però non era della mia taglia, infatti ci cascavo dentro. Comunque sia, mi sentivo lo stesso molto bella e attraente perché ero consapevole del fatto che l'essere bella e pulita dentro avrebbe abbellito anche quello che c'era fuori.
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Poco dopo ero sdraiata sopra un letto matrimoniale. Entrava nella stanza una ragazza molto giovane che mi proponeva di acquistare dei pantaloni. Erano molto carini, ma mi rendevo subito conto ad occhio, cioè senza nemmeno provarli,
che non erano della mia taglia e la ragazza infatti confermava che erano una taglia 42, così le dicevo che non potevo comprarli. Certo non mi sarebbe dispiaciuto essere un po' più magra, ma mi stavo bene anche così come ero.

Interpretazione

Il vestito da SPOSA ed il letto MATRIMONIALE ci fanno capire che il sogno sta parlando del ruolo di moglie così come lo sta vivendo la sognatrice in questo momento.

Prima dell'analisi, ed anche per un buon tratto dell'analisi, questa paziente pretendeva da se stessa la perfezione più assoluta in tutto, quindi anche nel modo di apparire agli occhi degli altri come sposa e moglie. Adesso invece comincia a saper distinguere l'apparenza dalla sostanza, a rendersi conto che l'arrosto conta più del fumo, che l'importante sta in quello che si è dentro e non in qualche chilo in più o in meno letto sulla bilancia.

Nella seconda parte del sogno questa maturità acquisita da poco risulta ancora più evidente: lei adesso è capace di rinunciare all'irrealistico ideale di bellezza oggi tipico delle nostre adolescenti (ma non solo) plagiate dalle immagini delle top-model, lei rifiuta la taglia 42 offertale da una ragazza MOLTO GIOVANE e lo fa senza vivere la cosa come una rinuncia dolorosa. C’è ancora il desiderio di essere un po' più magra, è vero, ma adesso è confinato sullo sfondo, non disturba più la vita reale, concreta. Adesso lei accetta il suo corpo così com'è e preferisce concentrare le sue energie sul lavoro di perfezionamento interiore.

Dopo molto lavoro e tanta costanza, anche per questa paziente è arrivato il momento della vendemmia...

16 settembre 2010

Sogno n. 144

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Sono in un palazzo e voglio oppure devo salire su un ascensore. Sono un po' preoccupato perché mi chiedo se l'ascensore abbia una intelaiatura sufficientemente robusta, di ferro. Infatti se non l'avesse, se ne avesse una di legno, potrebbe accadere che la corda d'acciaio che solleva l'ascensore tiri il pavimento da sopra facendo cedere le pareti e schiacciando chi è dentro contro il soffitto dell'ascensore. Propendo però a pensare che questa intelaiatura di ferro ci sia.
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Comunque sia, prendo l'ascensore e arrivo all'ultimo piano, al di sopra delle abitazioni. Ricordo che noto subito tanta luce. Ho un po' di timore a uscire dall'ascensore perché c'è il senso del nuovo, qualcosa del genere. Tutta questa luce ha qualcosa di sconosciuto. Nel complesso però è piacevole o, meglio, si può intravedere che dietro di essa ci sarà qualcosa di piacevole, magari una volta abituati.

Interpretazione


Conosciamo già i timori che vengono associati all'ascensore nei sogni di chi sta facendo un'analisi. Abbiamo anche detto che questo dipende dal fatto che l'ascensore simboleggia il collegamento tra il sotto ed il sopra, tra l'inconscio e la coscienza.
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A dire il vero, la dinamica del possibile incidente descritto in questo sogno non rispetta le leggi della fisica, ma noi non abbiamo nessuna intenzione di esaminare questo sogno con gli occhi del professare di fisica. A noi basta prendere atto che il paziente all’inizio ha qualche dubbio che la struttura possa non essere sufficientemente robusta, esponendo così gli occupanti a morte sicura. Poi però si rassicura e sale. Fin dove? Fino ad arrivare "al di sopra delle abitazioni" cioè al di sopra dei piani abitualmente abitati e frequentati. In altre parole, arriva in un posto a lui SCONOSCIUTO e lo ribadisce due volte.
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La prima cosa che nota in questo posto è la tanta LUCE-CONOSCENZA-CONSAPEVOLEZZA. Infatti si sta sbarazzando degli automatismi che rendono buia la nostra mente. Come tutte le cose nuove, anche questa consapevolezza all'inizio è ambivalente: da un lato suscita qualche perplessità perché non sappiamo cosa potrà riservarci, dall'altro è piacevole perché ci incuriosisce e ci stimola. Nel sogno questa piacevolezza ancora non è presente, ma il sognatore ha la sensazione che arriverà presto, appena si sarà abituato a questo nuovo piano-grado di coscienza.
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Da notare che, come sempre, il luogo della maggiore consapevolezza è immaginato trovarsi in ALTO, sopra il piano di vita abituale. In questo caso il traguardo raggiunto si trova in un palazzo. In altri casi invece il desiderio di elevazione è ancora maggiore e allora si sognano scalate di montagne, voli, ascensioni in aerostati, ecc.
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Mi preme sottolineare che lo scopo ultimo dell'analisi è rappresentato dai sogni di questo tipo. Per un bel tratto dell'analisi, invece, i pazienti conservano la convinzione che il lavoro da fare consista nel dover mettere le mani dentro una "fogna". E chi lo fa volentieri?

10 settembre 2010

Sogno n. 143

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Mi rendevo conto che per me era un grosso problema affrontare le persone alle quali devo chiedere di pagarmi la parcella. Mi sembra di avere anche pensato che era questo che mi rendeva difficile esercitare la mia professione. Nel sogno, però, c'era anche l'idea che potevo intervenire per modificare attivamente questa situazione. Mi dicevo, infatti, che bastava lavorare bene: in questo modo i miei clienti sarebbero stati contenti di pagare, di modo che sarebbero stati loro a cercarmi, così non avrei dovuto affrontarli.

Interpretazione
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Il sognatore si rende conto che può migliorare il modo in cui lavora e superare i patemi d’animo che deve sopportare nel momento in cui si decide a chiedere la parcella ai suoi clienti. Questo paziente infatti aveva due problemi nella vita reale: 1) Lavorava in modo poco efficiente. 2) Mancava di grinta, per cui preferiva perdere i soldi che un cliente gli doveva piuttosto che essere costretto ad affrontarlo per reclamare quanto gli spettava. Nel raccontare il sogno usa proprio il verbo “affrontare” che significa scontrarsi, combattere, sfidare. L’azione del chiedere la parcella ai clienti, anziché apparirgli ovvia e scontata, evocava in lui le sensazioni proprie del conflitto.

Aveva una considerazione così scarsa di se stesso che pensava di dover dire grazie a chi si degnava di pagarlo. Questo era vero a tal punto che spesso, senza nemmeno esserne richiesto, concedeva spontaneamente uno sconto sulla somma dovuta dal cliente.

Accettava fatalisticamente questa situazione come se fosse scontato che non poteva fare niente per modificarla. Di più, l'idea che qualcosa potesse essere fatta in tal senso non lo sfiorava neppure.

Adesso invece in lui comincia a farsi strada l'idea che esiste anche un'altra possibilità oltre quella di accettare la situazione passivamente. Si rende conto di possedere il mezzo per MODIFICARLA ATTIVAMENTE: basta lavorare bene perché a quel punto saranno gli stessi clienti a cercarlo e a pagarlo volentieri.

Questa è la parte positiva del sogno. Quella negativa sta nel fatto che il lavorare bene viene visto non come una cosa utile e piacevole per se stessa, quindi da perseguire in quanto tale, ma solo per risparmiarsi lo sgradito compito di “affrontare” i clienti. Il punto essenziale, comunque, è che il paziente si sia reso conto che possiede i mezzi per modificare gli atteggiamenti nei confronti della vita che non gli piacciono più.

4 settembre 2010

Sogno n. 142

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Mi trovo in una pianura squallida in cui ci sono solo alti cumuli di terra. Sono seduta su una montagnola ed osservo la pianura sotto di me dove vedo due gemelli (1) che si stanno divertendo con i fuochi d'artificio. Li guardo impaurita perché ho il timore che prima o poi me ne facciano esplodere qualcuno addosso. Però non mi muovo.
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Dopo un po' uno dei due mi si avvicina avendo in mano il bastoncino con il quale accende i fuochi dopo avere imbevuto di benzina l'ovatta che è avvolta sulla punta. Mi chiede di aprire le gambe ed io lo faccio, dopodiché mi fa notare che nell'inguine sono piena di bolle e fa per avvicinarci il bastoncino per medicarle. Io mi ritraggo impaurita, ho paura che mi bruci. Lui mi rassicura dicendo che da quella medicazione ricaverò un beneficio e inizia a disinfettare le bolle con la benzina. Le bolle non spariscono immediatamente, ma non posso fare a meno di constatare che non mi ha bruciato come invece temevo.
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(1) Nella realtà questi gemelli esistono davvero e gestiscono un distributore di benzina. Io li conosco e mi fido di loro completamente perché sono bravissime persone.

Interpretazione

La prima parte del sogno ci fa capire la sensazione di squallore e solitudine che la sognatrice sta provando in questa fase della sua vita.

Per farvi capire qual è il significato simbolico dei due gemelli devo riferire un particolare. Se lo tacessi, tutto il sogno resterebbe incomprensibile. All’epoca del sogno, dunque, nel mio studio c'era un quadro con una foto di S. Freud che la paziente a volte guardava commentando che ci assomigliamo come due gocce d'acqua (i due gemelli). Non ha importanza se questo sia vero o meno, a noi qui interessa solo sapere che lei ne era convinta.

Nella realtà i due gemelli gestiscono un distributore di benzina. Poiché la paziente soffre di crisi depressive e poiché la depressione è prevalentemente mancanza di ENERGIA, lei considera i gemelli - cioè la coppia analista-Freud - il "luogo" in cui potersi rifornire di benzina-energia.

La fiducia che lei nutre nei confronti dei due gemelli consente di ipotizzare l’esistenza di un buon rapporto terapeutico tra la paziente e l’analista, quindi esiste la condizione principale per il successo della terapia.

I due gemelli però non si limitano a distribuire benzina-energia, nel sogno giocano anche con i fuochi d'artificio. Ora sappiamo tutti che questa seconda attività è caratterizzata da almeno due aspetti, uno piacevole e uno pericoloso: se da un lato i fuochi sono belli, divertenti e piacevoli da guardare, dall'altro devono essere maneggiati con cautela e solo dalle persone appositamente addestrate per questo. Possiamo anche aggiungere che i fuochi d'artificio rappresentano una bellezza che parte da SOTTO (inconscio) e sale verso l'ALTO (coscienza). Durano poco, è vero, ma vengono rimpiazzati da quelli che vengono dopo in un fluire continuo. I fuochi d'artificio (aspetto bello-piacevole della vita) nel sogno vengono accesi con la benzina-ENERGIA. Come dire: possono permetterseli solo quelli che non sono depressi, nel caso specifico i due gemelli (analista-Freud). Infatti lei non accenna ad un sia pur minimo divertimento da parte sua, nomina i fuochi unicamente per dire che procurano diletto ai gemelli, e solo a loro.

Per quanto la riguarda, lei prova paura ma per fortuna non si muove, non fugge come aveva sempre fatto in precedenza. Adesso ha fiducia, completamente fiducia. Adesso l'alleanza terapeutica è davvero solida. A questo punto comincia la seconda parte del sogno, importantissima, quella in cui si può vedere quanto si sia trasformato radicalmente il modo in cui la sognatrice percepisce a livello profondo l'intervento terapeutico dell'analista. Vediamo.

Il bastoncino con sulla punta l'ovatta infiammata è un evidente simbolo fallico, ma in questo caso nel fallo non bisogna vedere soltanto l'organo genitale concreto, ma piuttosto il suo significato simbolico di capacità di intervenire attivamente sulla realtà per modificarla in senso positivo dal punto di vista terapeutico, nel caso specifico. Il potere attribuito ai simboli fallici è del resto ben espresso dalla bacchetta magica e dallo scettro del re.

Nella fase dell'analisi che aveva preceduto questo sogno la paziente aveva opposto un sistematico rifiuto di aprirsi. Anche a livello cosciente diceva: "Perché mai dovrei permettere a qualcuno di ROVISTARE dentro di me?". Dallo Zingarelli apprendiamo che rovistare significa “Cercare dappertutto, specialmente facendo rumore, spostando oggetti, METTENDO IN DISORDINE”, (le maiuscole sono mie). A questa definizione io aggiungerei che, quasi sempre, chi rovista è anche una persona che fa una cosa che non avrebbe il diritto di fare. Di solito si rovista nei cassetti, nelle tasche degli altri e senza il loro consenso. In queste condizioni il lavoro dell'analista è paragonabile a quello di un dentista che si trovi di fronte una paziente che non vuole aprire la bocca.

Ora, invece, questo atteggiamento di CHIUSURA è scomparso e lei accetta finalmente di aprire le gambe cioè di rendere accessibili all'analista le parti più intime, segrete e delicate di se stessa. Non avviene per caso infatti che spesso una paziente sogni l'analista nelle vesti del ginecologo. Ci si potrebbe chiedere se questo mutato atteggiamento della paziente nei confronti dell'analista implichi anche una disponibilità sessuale vera e propria, riconosciuta o meno a livello cosciente. Probabilmente sì, ma il professionista serio si distingue da quello cialtrone soprattutto in questo: il secondo ne approfitta spregevolmente, il primo usa l'accresciuta disponibilità della paziente per accelerare il processo terapeutico. È ovvio che lo stesso discorso vale specularmente per l'analista donna.

Lei prova ancora un residuo senso di paura ma, come già detto, quello che conta è che adesso questo timore non ha più il potere di bloccarla e di farla fuggire di fronte all'intervento dell'analista. Evidentemente la fiducia che adesso ha in lui è più forte della paura che prima la induceva a chiudersi per proteggersi.

Nel sogno non viene detto, ma la paziente mi ha precisato verbalmente che nel sogno non sapeva di avere quelle bolle sull'inguine. Significa che l'analisi le ha permesso di scoprire problemi irrisolti di cui ignorava l'esistenza. Considerata la zona in cui sono localizzate le bolle non è difficile capire la natura di questi problemi.

Qual è la scoperta finale della sognatrice? Semplice e sconvolgente allo stesso tempo: temeva che l'intervento terapeutico risultasse doloroso, invece scopre che non le fa alcun male! A questo punto, di solito, si avvia un processo virtuoso grazie al quale "la fiducia fa aumentare la fiducia" nel senso che la scoperta che "non fa male" induce a fidarsi ancora di più e così via. Dunque tutto facile? No, perché la scoperta che la medicazione non fa male può essere fatta solo dopo che si è accettato di farsi medicare. Lo si può scoprire solo con una esperienza personale, diretta. Le rassicurazioni dell'analista possono solo facilitare la scoperta, non possono determinarla o sostituirla. La difficoltà sta nello spezzare la catena rappresentata dal cosiddetto ragionamento circolare: "Non so nuotare perché ho paura dell'acqua e ho paura dell'acqua perché non so nuotare. Quindi non posso imparare a nuotare”. In un certo senso, questo è l'alibi perfetto perché ci consente di liberarci dal senso di colpa prodotto da tutte le nostre ignavie, paure, pigrizie. Il ragionamento circolare, però, sembra inconfutabile solo se lo consideriamo unicamente dal punto di vista formale. Nella realtà concreta esso è smentito dal fatto che le persone imparano a nuotare. E imparano perché non esistono solo le due condizioni estreme e separate del non saper nuotare e del saper nuotare. Esiste anche una fase intermedia in cui si passa gradualmente dalla prima condizione alla seconda. È la fase dell’apprendimento che il ragionamento circolare commette l’errore di non prendere in considerazione.

La sognatrice dice: "Le bolle non spariscono immediatamente". Questo implica che comunque spariranno, prima o poi.

Per valutare adeguatamente il cammino percorso da questa paziente, basta confrontare la funzione terapeutica (quindi positiva) che lei attribuisce al fallo in questo sogno con la "minaccia" che invece esso rappresentava in un suo sogno precedente in cui, mentre faceva l'amore con il suo partner, si accorgeva che nel meato urinario di lui era infilata una pallottola che, per giunta, era anche del tipo esplosivo!

Dopo questa interpretazione l'accusa di "fallocrate" è quasi scontata. Mi dispiace, ma questo sogno l'ha fatto una donna. "Sì, ma plagiata da te". I pregiudizi sono duri da schiodare!

Questo sogno fa anche giustizia di una delle tante scempiaggini che si dicono e si scrivono a proposito del ruolo svolto dallo psicoterapeuta durante l'analisi. Mi riferisco a quella secondo la quale noi psicoterapeuti “aiuteremmo semplicemente il paziente a guarire da solo perché solo lui possiede i mezzi per guarire”. In sintonia con questa tesi, in una conferenza mi è capitato di sentire una psicoterapeuta americana affermare con enfasi: "Il paziente è un Dio". Io invece ho pensato: “Dio ci scampi da questi terapeuti” :-)

3 settembre 2010

Sogno n. 141

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Scendo una scala che si trova all'aria aperta e dalla quale si vede il mio giardino. Penso: "Quando torno voglio dare uno sguardo d'insieme al giardino perché sono sicura che deve essere bellissimo con tante rose fiorite".

Quando poi torno, vado in giardino e vedo dei pezzi di legno che possono essere utilizzabili. Stando essi all’aperto ho paura che possano rovinarsi, ma in seguito mi accorgo che sono protetti da una tettoia.
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Interpretazione
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Un giardino può essere ordinato o disordinato, fiorito o stepposo e arido, proprio come la nostra mente e la nostra vita interiore. In questo caso non è soltanto ordinato, è anche bellissimo grazie alle rose in fiore.
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L’associazione “legno-albero-frutti-bambini” ci permette di considerare il legno come un simbolo che rappresenta la femminilità. In questo sogno, essendo il legno protetto dalla tettoia, la femminilità non corre alcun pericolo di essere sciupata, rovinata.
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La sognatrice si trova nella fase dell'analisi in cui si scopre che dentro di noi non ci sono soltanto i sensi di colpa e la sensazione di sporco dovuta alle pulsioni negative. A questo punto la strada è in discesa in quanto scompare il comprensibile rifiuto di entrare in contatto con i contenuti psichici sgradevoli.
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Si può aggiungere che lei "scende" una scala perciò entra nelle profondità di se stessa.