8 dicembre 2010

Sogni n. 157

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So che devo partire per un lungo viaggio, ma non voglio andare da sola. Sento salire l'ansia e ho voglia di piangere. Scongiuro mio marito di accompagnarmi nel viaggio insieme con la nostra bambina, ma lui mi guarda di traverso, è molto scocciato, mi dice di non fare tante storie e di partire, tanto lui non mi accompagnerà. È come se pensasse che questo viaggio sarà un'impresa facile, come se da casa mia dovessi semplicemente raggiungere la piazza vicina, ma io so che sarà molto dura, come un viaggio senza ritorno. Mi sento sola, abbandonata e tradita nella mia fiducia. Lui non capisce la portata di quello che mi accingo a fare.

Interpretazione

La donna che ha fatto questo sogno, pur essendo sposata e con una figlia, è profondamente immatura. L'analisi che sta seguendo le si prospetta come un'impresa difficile e impegnativa che produrrà cambiamenti decisivi nella propria personalità. Sente soprattutto che dovrà dire un addio definitivo cioè senza ritorno al suo modo infantile di vivere e questo la spaventa, le fa crescere dentro l'ansia.

Una componente essenziale della immaturità è rappresentata dalla sensazione che le forze di cui disponiamo sono insufficienti per il compito che siamo chiamati ad assolvere (in questo caso, il viaggio-cambiamento indotto dall'analisi). Questa sensazione, a sua volta, produce il bisogno di appoggiarci a qualcuno che ci dia sostegno, aiuto, conforto e comprensione. Se tutto questo ci viene negato dalle persone sulle quali facevamo affidamento, ci sentiamo abbandonati, traditi e soli.

In casi come questo, l'abbandono dell'infanzia viene vissuto come un trauma, come una perdita secca e non si è consapevoli del prezzo enorme che invece bisogna pagare per prolungare la permanenza nel "giardinetto", vale a dire la mancanza di autonomia e di liberà, per non parlare dell'autostima che si riduce praticamente a zero.

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