27 luglio 2011

Sogno n. 189


Ricevo e pubblico:

Ti mando un sogno che ho fatto alcuni mesi fa, ma che mi sconvolge ancora.

Mi trovavo in un luogo sconosciuto, di montagna. Tutto era gelato intorno a me. C'era un ponte, lo dovevo attraversare con la mia auto, sotto scorreva un fiume. Ero terrorizzata.

All'improvviso comparivano i miei genitori che, con un volto beffardo, mi dicevano che dovevo proseguire. Obbedivo ma la mia auto slittava di continuo. Più in là incontravo altre persone che mi urlavano: "Fermati, non continuare, altrimenti ti ammazzi".

Mi sono svegliata, ero sconvolta. Nel periodo in cui ho fatto il sogno stavo passando un periodo di depressione e ancora non mi ero rivolta ad una psicoterapeuta. Ho 28 anni.

Interpretazione

Prima di tutto ti consiglio di raccontare il sogno alla tua psicoterapeuta. Detto questo, posso solo aggiungere che il sogno sembra riferirsi al tipo di rapporto che hai con i tuoi genitori e che non sembra essere dei migliori.

Il ghiaccio è un simbolo sia della pericolosità (si scivola) che del freddo (mancanza di affetto).

Senti di dover affrontare una prova (attraversare il ponte) che rappresenta il passaggio da una condizione ad un'altra (le due sponde del fiume), ma non riesci a farlo perché hai la sensazione che sia pericolosissima.

Come se tutto questo non bastasse, hai anche la sensazione che i tuoi genitori, oltre a non aiutarti in questo frangente, siano indifferenti di fronte alla tua paura, beffardi e addirittura crudeli in quanto ti impongono di proseguire verso la morte certa. In confronto a loro, perfino degli estranei sembrano preoccuparsi di più per la tua sorte.

Solo con la tua psicoterapeuta potrai scoprire qual è il significato effettivo dei simboli contenuti in questo sogno. Ti auguro buon lavoro.

17 luglio 2011

Sogno n. 188

Ero una tassista. Una mattina uscivo di casa per andare a lavorare ma, arrivata sul marciapiede, mi rendevo conto che non mi ero truccata. Allora restavo un attimo incerta se tornare indietro per truccarmi oppure proseguire. Se fossi tornata indietro, infatti, sarei arrivata tardi al posto di lavoro. Alla fine decidevo che non me ne fregava niente di arrivare tardi e rientravo in casa per truccarmi.

Interpretazione

Basta possedere un minimo di spirito d’osservazione per rendersi conto che fare il tassista non è un tipo di lavoro molto diffuso tra le donne poiché è considerato tipicamente maschile. In quanto tale, allora, questo lavoro può essere interpretato come una conferma del rifiuto da parte di questa paziente dell'aspetto frivolo della femminilità di cui parlavo nel sogno precedente, oppure addirittura della femminilità tout court.

Adesso però questo atteggiamento negativo comincia a modificarsi e compare la tendenza opposta: adesso nei suoi pensieri il primo posto è occupato dal desiderio di truccarsi, anche a costo di arrivare tardi al lavoro.

Alcune donne hanno contestato questa interpretazione obiettando: "Allora per te essere donna significa essere un'oca giuliva in perenne ammirazione di se stessa davanti allo specchio". Vi sembra che abbia detto proprio questo? A voi giudicare.

14 luglio 2011

Sogno n. 187


Avevo un'enorme valigia piena di camicie da notte di chiffon di tutti i colori e di tutte le sfumature. Provavo una sensazione bellissima.

Interpretazione

Questa paziente aveva rifiutato per tutta la vita l'aspetto frivolo della propria femminilità. Veniva alle sedute sempre in jeans e poco curata nell'aspetto. Adesso invece cominciava a scoprire anche questa componente dell'essere donna e ne ricavava una sensazione bellissima. La donna non è solo questo, certo, ma perché non dovrebbe essere anche questo?

Il sogno seguente (sempre della stessa donna) prova che questo processo di cambiamento era profondo e che  non si trattava di un lampo fugace.

7 luglio 2011

Sogni nn. 183, 184, 185, 186


Ricevo e pubblico:

Ciao Romano,

spero non ti dispiaccia se mi permetto di darti del tu, lo faccio in quanto ho notato che nei tuoi rapporti epistolari con altri corrispondenti non badi troppo ai formalismi e preferisci un rapporto diretto e colloquiale.

Mi chiamo M.... , ho.... anni, sono dipendente pubblico e abbastanza soddisfatto del mio lavoro.

Ho scovato il tuo sito grazie a Yahoo! Mi complimento per la chiarezza e l'immediatezza con cui esprimi le tue tesi, accessibili anche a chi, come me, pur estremamente interessato al mondo onirico ed ai meandri della psicanalisi, vi si accosta da profano. 

Ho passato un paio d'ore a "farmi i fatti degli altri" ficcanasando nei sogni altrui ma, dato che fatalmente negli altri si incontrano elementi riconducibili ai sogni propri, mi ha punto vaghezza di inviarti il racconto di alcuni miei sogni ricorrenti a proposito dei quali vorrei un tuo parere, pur cogliendo nei sogni altrui elementi analoghi da te interpretati che mi permettono di azzardare qualche ipotesi personale.

Il primo sogno ricorreva in età infantile. Diciamo che si è protratto dagli anni dell'infanzia fino alle soglie della pubertà. In effetti penso di averlo fatto fino a 12-13 anni di età. Aveva carattere invasivo (forse il termine non sarà appropriato, ma serve a spiegare che esso irrompeva in sogni di tutt'altro tipo, anche piacevoli, e tutto ciò mi terrorizzava abbastanza, tieni presente che ero un bambino).

Spero di non averti annoiato troppo. Grazie per l'interessante sito che hai allestito e, se non ti chiedo troppo, dammi un cenno se intendi prendere in considerazione quanto ti ho raccontato.

Cordiali saluti.

183.  Mi trovavo nella mia città, nella piazza principale, poco distante da casa mia (circa 4-500 mt ), ma era notte piena e molto, molto buia la strada che dovevo percorrere per arrivare a casa. Mi incamminavo uscendo dalla piazza e la vista della via buia mi atterriva.

Nel frattempo sopraggiungeva una corriera che si fermava poco distante e mi colpiva il contrasto notevole tra il buio che mi circondava e la corriera che al suo interno era illuminata a giorno, di una luce molto intensa. Con sgomento, però, mi accorgevo che la corriera era vuota (anche senza autista), e ciò accresceva la mia angoscia.

 Nella realtà, a metà della strada c'è un portico sotto il quale ci sono dei negozi. A quell'epoca, di notte il portico restava buio. Ti faccio notare che i palazzi, le strade, li sognavo perfettamente come erano).

Dal buio di quel portico immancabilmente usciva una presenza sinistra che mi rincorreva lungo il tragitto restante verso casa mia, a volte tendendomi dei tranelli nel senso che, anche se sembrava che avesse desistito dal rincorrermi, sapevo benissimo che in realtà era in agguato dietro qualche angolo che mi separava da casa.

Pur con estrema angoscia, riuscivo sempre a cavarmela. Non ho mai visto la "cosa" che mi rincorreva e che, più di una volta, mi ha inseguito fino a casa arrivando anche a suonare il campanello e ad imitare voci familiari per farsi aprire, ma non ho mai visto di cosa si trattasse.

L'idea che mi sono fatto è che la corriera abbia una qualche connessione con la perdita di mio padre (morto quando avevo 4 anni di età). La corriera mi affascinava molto ed era il mezzo col quale lui andava a lavorare.

Senza questa associazione, da te fatta spontaneamente, non sarei riuscito a trovare il significato del sogno e avrei dovuto limitarmi a darne un'interpretazione molto generica.

Quando non riusciamo a far affiorare le nostre pulsioni a livello della coscienza perché le sentiamo troppo "cattive", molto spesso cerchiamo di liberarcene proiettandole-spostandole nel mondo esterno dove compiono una specie di conversione ad "U" che ce le fa percepire come dirette contro di noi. È un meccanismo di difesa molto arcaico, quindi molto usato, che di solito lascia abbastanza scettico chi non ha molta pratica delle operazioni di cui è capace la nostra psiche. Va detto, comunque, che proiettiamo anche "oggetti buoni", non solo quelli "cattivi", ma il tuo sogno si riferisce al primo caso.

Sulla natura della tua pulsione "cattiva" non posso dire niente. Potrei solo fare ipotesi che in questa sede non sarebbero di nessuna utilità. Invece posso pensare che l'arrivo della corriera rappresenti il tuo desiderio di allora di sentirti protetto da tuo padre che sentivi ancora MOLTO PRESENTE (la corriera era "illuminata a giorno, di una luce molto intensa") MA LUI NON C'ERA PIÙ (la corriera era vuota e senza autista) e questo accresceva la tua angoscia perché veniva a mancare la protezione desiderata e quindi ti sentivi completamente in balia della presenza sinistra. Questa infatti è una delle funzioni alle quali assolve la figura paterna nell'infanzia: offrire al bambino una protezione dalle proprie pulsioni minacciose che altrimenti rischierebbero di travolgerlo.

È appunto per questo motivo che bisognerebbe stare attenti a non trasformare la figura paterna in un fantoccio senza alcuna autorità perché in questo caso non rappresenterebbe più per il bambino la diga solida di cui ha bisogno per sentirsi protetto e sicuro. Ma la pur comprensibile frenesia  di distruggere il PADRE-PADRONE ha portato spesso a distruggere anche il padre, semplicemente.
In questi casi il bambino prova risentimento verso il padre perché sente che lo ha lasciato solo a fronteggiare le proprie pulsioni: il padre c'era fisicamente, ma era come se non ci fosse.

Di positivo nel sogno c'è il fatto che riuscivi sempre a farcela.

184. Un altro sogno, ma questo credo sia abbastanza chiaro. Consiste nel vedermi su una spiaggia e nello scorgere all'orizzonte il formarsi di un'onda immensa che si avvicina, sempre più minacciosa, copre di ombra la spiaggia e alla fine travolge tutti, mentre io mi aggrappo ad una sporgenza e riesco a fatica a tenermi su.

Poche righe più sopra ho parlato del bisogno provato dal bambino di essere protetto dalle proprie pulsioni "cattive" e minacciose che altrimenti lo travolgerebbero. Questo sogno ci offre un'immagine eloquente di come un bambino possa percepire queste pulsioni. Per fortuna anche in questo caso ce la fai e ti salvi.

185.  Il terzo sogno ricorrente consiste nel trovarmi in un giardino (non necessariamente nello stesso ogni volta) e vedere, scavando nella terra, una grande quantità di monete...prima due, tre, poi sempre di più fino a farne piene le mani e le tasche.

Il giardino è l'infanzia. La terra potrebbe essere l'inconscio o la madre, le monete il loro contenuto prezioso, ma forse il sogno esprime semplicemente la soddisfazione del desiderio elementare di acquisire, di entrare in possesso di cose che hanno un valore.

186.  L'ultimo sogno che ti voglio sottoporre, e l'unico che qualche volta continuo a fare, ha anch'esso degli elementi comuni con altri già letti e consiste nel tornare a casa, accingermi ad aprire la porta ed avere la percezione esatta che ci siano dei ladri, ma invece di chiamare la polizia o altre cose che razionalmente si sarebbe portati a fare, sento che "devo" entrare in casa anche se ho paura e, mentre entro ed ispeziono le stanze, mi accorgo che i ladri fuggono attraverso la porta che ho lasciata aperta alle mie spalle. Ma sono ancora inquieto perché temo che non siano andati via tutti e continuo ad aggirarmi per la casa (nota che nel sogno è sempre la casa in cui ho vissuto dalla nascita fino ai 27 anni, prima di sposarmi) fingendo di dare la caccia ad eventuali ladri rimasti, in realtà sperando di non trovarli perché ho paura.

Qui me la cavo con poco. Infatti il sogno è una variazione sul tema già preso in considerazione più sopra, quello della "presenza sinistra". Potrei esibirmi in virtuosismi interpretativi a proposito del simbolo "ladri", ma ci porterebbe fuori del seminato e servirebbe solo a confondere le idee.