27 settembre 2011

Sogno n. 195


Percorro una strada tra i campi, si tratta della Prenestina antica. Noto che ha una caratteristica particolare: è una strada a saliscendi continui, quindi a volte capita di non vedere niente davanti ma, poi, all'improvviso (cioè quando si è arrivati al culmine) si vede un bel paesaggio.
La cosa si ripete più volte. Prima c'è la sofferenza di non riuscire a vedere, poi c'è lo spettacolo piacevole.

Interpretazione

È il modo di procedere tipico della psicoterapia, alti e bassi, entusiasmi e sconforti, speranze e pessimismo. L'importante è non lasciarsi  "smontare" dai momenti in cui tutto sembra fermo, inutile e inefficace oppure sembra di essere tornati addirittura indietro. Se si persevera e si continua, la ricompensa non manca di arrivare. Vedere il sogno n. 49.

20 settembre 2011

Sogno n. 194

Antonio R. aveva subito un processo. Ora si trattava di seppellire qualcosa per chiudere quel processo. Però il problema era che, seppellendola in quel posto, avrebbero trovato altri reperti archeologici che non dovevano trovare.

Interpretazione

Il significato di questo sogno non è del tutto chiaro, i vari elementi non sono collegabili in un tutto coerente. Il che è abbastanza normale in un sogno, almeno finché ci limitiamo a prendere in considerazione soltanto la sua forma apparente. Abbiamo però molte indicazioni importanti che vale la pena di registrare come tasselli che torneranno utili in seguito, quando si avrà a disposizione ulteriore materiale.

Riferisco questo sogno per dare un'idea del modo in cui si procede quando si cerca di "cavare" il significato dai sogni: non è facile come estrarre il contenuto da una scatola; il significato non sta lì, bello e pronto, ma spesso bisogna costruirlo faticosamente, mettendo insieme i pezzi che sono emersi da più sogni, anche a distanza di tempo. Non è un caso che Freud fosse un appassionato di archeologia e che il suo studio fosse pieno di reperti archeologici. L’archeologo si trova spesso nella condizione di dover ricostruire un reperto rimettendo insieme i suoi vari pezzi recuperati un po’ qua e un po’ là.

Veniamo al sogno. C'è stato un processo cioè una procedura che evoca parecchi concetti:  accusa, accusato, giudice, difensore, colpa, prove, assoluzione, condanna, pena, espiazione.

Diciamo di sfuggita che sono questi i concetti che rendono una psicoterapia diversa da una terapia di tipo “medico”: il malato che ha un disturbo nel corpo non si sente "processato" come invece accade nelle psicoterapie che lavorano sui sogni e con i sogni. È per questo che molte persone preferiscono pensare che i loro disturbi sono prodotti da qualcosa che non funziona nel corpo. Pensarla in questo modo infatti permette loro di non risvegliare i sensi di colpa. Senza rendersene conto, queste persone pensano: "Se si ammala il mio corpo io non ne sono responsabile e il compito di guarirmi spetta per intero al medico. Se è  ammalata la mia mente, invece, la colpa è mia perciò sono chiamato a renderne conto e a darmi da fare personalmente".

Tornando al sogno, il processo in questione non viene percepito come MERITATO, ma come INGIUSTO. Infatti il sognatore lo percepisce come un processo SUBITO.

Il punto più importante, però, è che lui sta compiendo un'operazione che è l'esatto contrario di quello che si deve fare in una psicoterapia: seppellisce cioè sottrae alla vista anziché portare alla luce, portare a galla. Il tutto per chiudere la questione cioè per non doverne parlare mai più.

Lui vorrebbe seppellire il tutto in un certo posto, ma è proprio da lì che verrebbero fuori altri elementi che invece vuole che restino nascosti. Forse perché lo incriminerebbero?. È una ipotesi da tenere presente.

Come si vede, c'è qualcosa di non limpido. Ma intendiamoci, non si tratta di malafede, di insincerità consapevole da parte del paziente. Lui è convinto di dare piena collaborazione. Ed è vero, ma solo a livello cosciente. Purtroppo c'è la solita resistenza che entra in azione all'insaputa della coscienza.

Conclusione: per usare ancora la metafora archeologica, si richiedono ulteriori scavi.   :-)

14 settembre 2011

Sogno n. 193

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Se siete deboli di stomaco non leggete questo sogno


Sotto il letto conservavo una bara con dentro il cadavere di mio padre e ne tagliavo un pezzo per mangiarlo ogni volta che avevo fame.

Interpretazione

Il sogno è di una donna. Un sogno "forte", a dir poco. Se poi si pensa che il padre era morto 20 anni prima, si può capire quanto fosse intenso e morboso il suo rapporto con la figura paterna. Fu pertanto necessario un lavoro altrettanto intenso prima che lei diventasse capace di cercare e trovare un cibo di natura diversa, cioè altri uomini.

È bene precisare che qui il "mangiare" non va inteso nel senso di "mangiatrice di uomini", ma in quello di "nutrirsi simbolicamente". Ci troviamo nell'ambito delle fantasie arcaiche primordiali che riducono l'avere bisogno di... all'atto elementare del mangiare-incorporare. 

7 settembre 2011

Sogno n. 192


Mi trovo in una nave e devo cercare la mia borsa che ho perso. Allora scendo delle scale per andare nella parte bassa della nave, ma incontro un poliziotto che mi dice di risalire.

Interpretazione

La nave resta a galla sul mare che la sostiene e si sposta sulla sua superficie perciò si presta a simboleggiare la nostra parte cosciente che “naviga” sopra l’inconscio (mare).

Durante le sedute, questa paziente si chiedeva e mi chiedeva spesso quale potesse essere il motivo dell'assenza in lei di qualsiasi tipo di desiderio sessuale. Questo sogno fornisce una risposta alle sue frequenti domande. Infatti la borsa è il simbolo della sessualità femminile. Lo è per diversi motivi: la borsa si apre e si chiude, contiene, ci si mette un oggetto che poi viene estratto. Credo sia sufficiente per capire l'analogia.

Lei aveva perso la sessualità di tipo femminile, ma adesso vuole ritrovarla. Per riuscirci va a cercarla nel suo inconscio (scende le scale), ma il suo Super-Io (il vigile) glielo impedisce.

Perché il suo Super-Io le vieta il godimento della sessualità? Perché la borsa è stata persa nella parte bassa. In questo caso l’aggettivo ha lo stesso significato che possiede nelle espressioni “bassi istinti” e “scendere così in basso”. Altri sogni infatti avevano permesso di capire che lei associava la propria sessualità allo sporco, alla vergogna, al proibito. Stando così le cose non c’era da meravigliarsi se il desiderio sessuale era scomparso in lei.

Solita domanda dei miscredenti: "Ma adesso che lei se ne è resa conto, cosa cambia? ". Cambia, anzi è cambiata la situazione in cui si trovava prima. Adesso conosce la causa del suo disturbo quindi può cominciare a lavorare per modificarla. Adesso non fa più parte di quella categoria di donne che attribuiscono questo loro problema al fatto che non sono abbastanza innamorate oppure che il loro partner è inadeguato. E per questo motivo la loro vita trascorre nell'attesa di un principe azzurro che non arriva mai. Come il piacere sessuale.