15 marzo 2012

Sogno n. 225


Sono nella cameretta di mia figlia e c'è anche lei. Improvvisamente vedo che il palazzo che sta di fronte al mio si piega, sta per crollare e ci ucciderà. Si appoggia al nostro palazzo, sento che i muri non reggeranno il peso e tra poco anche la nostra casa si sgretolerà. Allora fuggo via con mia figlia e corriamo verso il mare. Da lì guardo la mia casa, aspetto il suo crollo, ma sembra che questo non si verifichi nonostante il peso del palazzo che ci si è appoggiato.

Interpretazione

Ancora una volta, si teme e ci si aspetta la catastrofe, ma quello che succede effettivamente smentisce la previsione. È come se il sogno dicesse: "Stai tranquilla, la tua persona (la mia casa) resterà illesa".

È molto probabile che questo timore eccessivo sia dovuto al fatto che reagiamo a certe emozioni come se avessimo ancora 3-4-5 anni. Le emozioni di cui si tratta, infatti, risalgono quasi sempre a quel periodo e non abbiamo avuto modo di metabolizzarle perché le abbiamo rimosse.

Nel sogno, la figlia può rappresentare sia la figlia reale della paziente sia la sognatrice quando aveva la stessa età. A conferma della seconda ipotesi sta il fatto che, nel periodo in cui lei ha fatto il sogno, stavano emergendo emozioni molto forti che risalivano al periodo in cui lei aveva, appunto, 3-4-5 anni.


Quando il paziente riprende contatto con quelle emozioni ha di nuovo, come da bambino, la sensazione che esse lo travolgeranno, ma questo non succede mai se l'analista sa graduare il processo di presa di contatto con quel materiale.

Un sogno del genere rassicura il paziente mille volte più delle eventuali esortazioni tranquillizzanti del terapeuta.

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