30 settembre 2012

Sogno n. 257


Ero in un bar. Un tizio diceva al proprietario che doveva avere coraggio, che ce l'avrebbe fatta. Diceva che lui aveva fatto i soldi proprio così, mettendo insieme tanti pezzetti di terra, uno dopo l'altro. Possedeva infatti tanti piccoli pezzi di terra. Aveva iniziato possedendone già qualcuno, poi aveva comprato gli altri, uno per volta. 

Quello che diceva il tizio ottimista non mi convinceva molto, ma cercavo ugualmente di pensare che fosse possibile. Non mi veniva spontaneo, però, dovevo fare opera di persuasione nei miei confronti.

Interpretazione

Il sognatore era un paziente che, come molti, si era rivelato assai "impaziente", avrebbe voluto ottenere il risultato della terapia TUTTO IN UNA VOLTA. È facile convenire che questo sarebbe bello, ma purtroppo non è possibile. Più di una volta lo avevo fatto presente a questa persona che però mi aveva sempre ascoltato con una semplice attenzione cortese, senza mostrare vera convinzione. Lo stesso scetticismo ora compariva anche nel sogno, tanto da indurre a pensare che non fosse cambiato niente rispetto alla situazione da sveglio. Ma, forse, non era proprio così, qualcosa di nuovo nel sogno c'era, vale a dire il proposito di "cercare ugualmente di pensare che fosse possibile", la convinzione di dover fare opera di persuasione nei propri confronti. Non è molto, ma è l'inizio del cambiamento.

Cambia scena (nello stesso sogno)

Incontravo un tizio che mi ricordava che nel pomeriggio avevo un appuntamento con lui. Me ne ero dimenticato, ma cercavo di far vedere che non era così. Dicevo che gli avrei fatto trovare la lettera pronta oppure l'avrei buttata giù davanti a lui, con l'aria di chi aveva già lavorato sul suo problema. Avevo però il timore di non riuscire a convincerlo e che si rendesse conto che il mio era solo un espediente, una cosa abborracciata lì per lì.

Interpretazione

Anche qui possiamo rilevare un atteggiamento nuovo rispetto al comportamento messo in atto dal sognatore nella vita da sveglio. Aveva sempre cercato di sopperire alla mancanza di un solido progetto di vita con il frequente ricorso agli espedienti, ai mezzucci, alle soluzioni trovate all'ultimo momento, quindi abborracciate.

Fino ad allora era stato convinto che quello fosse un modo di vivere che "funziona". Adesso invece questa sicurezza cominciava a sgretolarsi e veniva colto dal dubbio che potessero fallire i tentativi di mascherare le sue inadeguatezze facendo ricorso alle furberie da quattro soldi.

Come dicevo sopra, nel sogno non c'è ancora il cambiamento vero e proprio però c'è il suo presupposto cioè l’idea che le strategie adottate fino a quel momento non funzionano. La prima condizione per poter cambiare i comportamenti che risultano dannosi per noi (e che mettiamo in atto senza rendercene conto) è scoprirli, rendercene conto, farli diventare coscienti. Fatto questo primo passo è molto probabile che seguano anche quelli successivi poiché un conto è essere convinti che un certo modo di vivere "funziona", un altro conto è scoprire che ci danneggia. In ogni caso, quel primo passo è indispensabile compierlo e il mio paziente lo aveva compiuto nella maniera più promettente, con un sogno cioè a livello inconscio, con un esplicito messaggio inviato alla coscienza.

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