È
sera e mi trovo in un posto che non riesco a identificare bene. Ad un tratto
entro in un edificio che si compone di due piani, piano terra e seminterrato.
Quest'ultimo mi viene da definirlo CRIPTA. Entrambi
i piani sono bui e polverosi, due grandi stanzoni che sembrano magazzini in abbandono.
Al piano terra, qua e là, cocci di bottiglie e vecchi tavoli rotti danno l'idea
che si tratta di locali già usati in passato.
Sempre
al buio o quasi (sul soffitto ci sono fioche luci giallicce che consentono appena
di vedere l'ambiente), decido di scendere nella cripta, però tentenno perché ho
paura. Si tratta di una situazione e di un luogo estremamente inquietanti,
soprattutto la discesa al piano di sotto. Però ci arrivo lo stesso, sia pure
rimanendo vicino al muro, come per proteggermi.
Arrivata
finalmente di sotto, sempre lottando con la mia paura che però non do a vedere,
parlo personalmente con il Papa,
di non so cosa. Una volta che lui ha lasciato la scena all'improvviso, io
esulto e vado saltando per tutta la cripta dicendo: "Ce l'ho fatta, ho parlato
col Papa e sono stata io a dominare la situazione!". Questo perché ero
stata io a condurre la conversazione. Continuo a saltare per tutta la stanza
esultando, anche se continuo ad averne paura. Avverto invisibili presenze
sinistre che sono lì nella stanza
come pure dietro le tante e grosse porte
di legno pesante che ci sono nelle pareti. Continuo la mia
"danza" che, anche nei movimenti, mi sembra una danza tribale con la
quale cerco di esorcizzare la mia paura.
Poi,
sempre esultante e dopo avere trascorso nella cripta un tempo sufficiente per
dimostrare che sono coraggiosa, torno al piano di sopra dove l'inquietudine
persiste, ma è più lieve ed esco sentendomi liberata. So che non ritornerò lì
dentro, ma perché non ce n'è bisogno, altrimenti potrei farlo e l'ho
dimostrato. Torno fuori....
Interpretazione
Ci
troviamo di fronte all'ennesima versione della discesa nell'inconscio, sempre
uguale nella sostanza ma sempre diversa nella forma dal momento che non si
danno mai due esperienze di vita perfettamente identiche.
In
questo caso notiamo innanzitutto che si tratta di scendere in un SEMINTERRATO e
che la sognatrice è portata istintivamente a chiamarlo CRIPTA. Il seminterrato
si chiama così perché si trova per metà sotto terra (nascosto) e per metà sopra
(visibile) quindi sta ad indicare una situazione in cui l'inconscio non è più
seppellito laggiù in fondo e comincia a venire alla luce-coscienza.
La
sognatrice ha studiato il greco e sa che CRIPTA significa NASCOSTA (come ci
appare sempre la nostra parte INCONSCIA). Ha anche associato questa parola al
locale che si trova sotto l'altare delle chiese. Noi sappiamo che la Chiesa è
associabile alla Madre (“nostra madre chiesa”) quindi è molto probabile che il
Papa del sogno non
indichi una figura maschile, ma l'aspetto POTENTE della MADRE la
quale domina per virtù SPIRITUALI (proprio
come il Papa, appunto, che possiede un'autorità non basata sulla forza materiale).
A
livello di consapevolezza-coscienza questo dominio non era mai stato avvertito,
infatti l'incontro con il Papa avviene in una
CRIPTA, che significa NASCOSTA, come già detto. Ma a livello inconscio era
stato vissuto con una insofferenza la cui intensità diventa evidente
appena veniamo a sapere quanto è grande la GIOIA-ESULTANZA prodotta dall'essere
stata capace di AFFRONTARE il Papa e di DOMINARE
la conversazione.
Nel
sogno lei torna a rivivere una situazione nella quale si era già trovata in
passato ("si tratta di locali già usati in passato"), ma adesso il
modo in cui si rapporta con la madre potente è
completamene diverso, addirittura capovolto, adesso il ruolo direttivo ce l'ha
lei.
Da
notare che il Papa lascia la
scena all'improvviso, dopo che lei è stata capace di "affrontarlo"
con decisione e sicurezza: una volta affrontata e superata la prova, l'ostacolo
sparisce.
Il
cambiamento che si verifica nel sogno ha avuto un riscontro anche nella vita da
sveglia. Infatti il suo rapporto "difficile" con la madre è sparito del
tutto per lasciare il posto ad una confidenza amichevole che la riempie di
gioia e la trova ancora quasi incredula.
C'è
stato un cambiamento radicale anche nel modo in cui vive le situazioni di
lavoro, adesso è più tranquilla e sicura, affronta senza palpitazioni di cuore
anche le persone "importanti" con le quali viene a contatto.
La
paura delle pulsioni (presenze sinistre) non è scomparsa del tutto, ma adesso
può fare affidamento sul nuovo coraggio che ha scoperto di possedere. Il
coraggioso è colui che ha paura ma sa fronteggiarla.
Lei
sente che non avrà bisogno di ripetere la prova di coraggio in quanto avverte
che la conquista ottenuta è definitiva.