28 gennaio 2013

Sogno n. 269


Adesso che ho imboccato la strada del "porno" non mi ferma più nessuno!  :-)

Ecco quello che mi ha detto una giovane paziente durante una seduta:

Ieri ho sentito come una pugnalata quando ho udito un uomo pronunciare la frase seguente: "LA FICA È COME UN TAGLIO".

Interpretazione

Le maiuscole non sono mie, le ha messe lei quando l'ho invitata a scrivere la frase su un foglio di carta. 

Non si tratta di un sogno, ma queste parole si collegano perfettamente con il materiale che ho analizzato nel sogno precedente, in quanto anche in questo caso rivelano la presenza di un problema molto serio a livello di identità sessuale.

Il sogno n. 268 contiene le immagini che una donna si può creare dell'organo sessuale maschile. Qui invece si tratta dell'immagine che una donna può avere del "proprio" sesso. Si tratta di un problema, ho detto. Per quale motivo  infatti la giovane avrebbe dovuto provare una sensazione così fortemente negativa e spiacevole (usa addirittura il termine "pugnalata") ?

Se fosse stata convinta di avere "lì"  una cosa preziosa, le parole di quell'uomo l'avrebbero lasciata indifferente oppure avrebbe anche potuto pensare: "Povero imbecille, non hai capito proprio niente!".

A me sembra evidente che era rimasta così colpita da quelle parole perché evocavano un'immagine e una sensazione che già stavano dentro di lei e che avevano fatto la loro comparsa quando lei aveva cominciato a fare i confronti tra quello che i maschietti hanno in mezzo alle gambe e quello che invece aveva lei. O meglio, quello che lei NON aveva! In altre parole, la vagina vissuta come un TAGLIO-FERITA-MUTILAZIONE.

Molte donne si sono affannate a negare l'esistenza dell'invidia del pene. Un episodio come questo, da solo, basterebbe a dimostrare che hanno torto e che cercano di negare l'evidenza.

Altre donne ammettono l'esistenza dell'invidia del pene, ma la intendono come invidia del POTERE posseduto dagli uomini e non come invidia di quel "pezzo di carne" in sé e per sé. Questo è senz'altro vero, ma l'episodio di cui sto parlando dimostra che in alcune donne esiste anche una delusione-mortificazione-umiliazione che fa la sua comparsa ancora prima che la bambina sia capace di porsi il problema del POTERE. Questo infatti è un concetto "astratto" e noi sappiamo, dopo gli studi di J. Piaget, che nei primi anni di vita i bambini riescono a pensare solo i concetti che si riferiscono alle cose CONCRETE, cioè quelle che si vedono e si toccano. E un taglio, appunto, è una cosa che si vede e si tocca, il potere invece no! E un taglio evoca subito l'idea del DOLORE, della FERITA, dell'AMPUTAZIONE.

La sensazione provata dalla paziente nell'udire la frase pronunciata dall'uomo è terribile perché ha le sue radici nella fase iniziale della vita, quella in cui non si possiede ancora la capacità di fare "ragionamenti astratti" e c'è, invece, l'idea semplice, elementare e primaria del POSSESSO o del NON-POSSESSO di una cosa concreta.

Chi ha familiarità con i bambini, del resto, sa quali aspre competizioni si scatenino a volte tra di loro per il possesso di un semplice pezzo di carta. Figuriamoci l'importanza e il valore che può dare una bambina ad una cosa che "fa parte del proprio corpo". Una cosa che, oltretutto, lei pensa di avere in precedenza posseduto, una cosa che qualcuno le ha sottratto con un atto violento che ha lasciato tra le sue gambe un segno inequivocabile, il taglio-ferita, appunto.

Voglio precisare che non sto dicendo che tutte le donne hanno questa invidia, sto dicendo solo che ce l'hanno alcune donne. Di queste, molte riescono a compensarla con il raggiungimento di traguardi di vario tipo. Altre  invece se la portano dentro per tutta la vita e allora sono guai seri per i loro partner maschili. A meno che si uniscano con uomini che lasciano a loro il controllo del TIMONE.

Il problema di cui sto parlando non compare nella bambina la cui madre dice, la prima volta che la figlia si lamenta di quella differenza con i maschietti: "Loro hanno tra le gambe il pisellino, ma noi donne abbiamo queste, le tette, che loro non hanno".  Questa semplice frase è alla portata della comprensione della bambina poichè fa riferimento a cose che si vedono e si toccano cioè al pensiero "concreto" che è tipico dei bambini nei primi anni della loro vita, come ho più volte ripetuto.


I sogni nn. 270, 271, 272, 273, 273 bis, 274, 275 sono stati fatti da donne che ancora non avevano trovato il modo di rimarginare l'antica ferita, il TAGLIO. Infatti o percepivano la vagina come un "BUCO ENORME" di cui si vergognavano o il fallo che sognavano di possedere, per un motivo o per un altro era sempre "fasullo" oppure oggetto di derisione da parte dei maschi. 

 

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