14 luglio 2014

Sogno n. 297



Ero in un bosco che aveva alberi alti ma radi perciò ci si camminava in mezzo con facilità. Notavo che per indicare la strada c'era una serie di lumi attaccati agli alberi. Non erano luminosissimi ma erano sufficienti per indicare la strada. Notavo anche che erano stati messi più o meno ad altezza d'uomo.

In mezzo agli alberi c'era qualcosa che sembrava un grande fuoco che perciò dava l'idea di essere pericoloso. Qualcuno mi diceva di spegnerlo. Io andavo ma avvicinandomi scoprivo che non era un fuoco ma un termosifone, perciò non avvertivo il calore pericoloso della fiamma viva ma il tepore piacevole e sicuro del termosifone.

C'era anche una caldaia provvista di interruttore perciò mi rendevo conto che, volendo, si poteva pure spegnere.

Interpretazione

Ho avuto occasione di ripetere molte volte che la ragione principale per la quale l'analisi dura a lungo risiede nel fatto che abbiamo la sensazione inconscia di avere dentro qualcosa di "pericoloso" e "sporco" nello stesso tempo. A volte passiamo una vita intera a cercare di proteggerci da questi contenuti perché ci appaiono inquietanti e riprovevoli, quindi da candannare.

Stando così le cose, la conseguenza inevitabile è che nessuno si avvicina volentieri ad un oggetto che ha tutta l’apparenza di essere sporco, pericoloso, esplosivo. In altre occasioni ho detto che l'altra minaccia che sentiamo provenire da "laggiù" è che emerga un'emozione che ci faccia perdere il controllo di noi stessi.

Il qualcuno che esorta il sognatore a spegnere l'incendio rappresenta l'opinione comune che considera i contenuti dell'inconscio come materiali pericolosi da affrontare con un solo strumento: lo spegnimento, la soppressione, l'eliminazione.

Il bosco è un altro dei tanti simboli che rappresentano l'inconscio. È lo stesso bosco che suscita paura in tante fiabe. In questo caso però il bosco non si presenta più come totalmente selvaggio cioè come una massa di vegetazione intricata e impenetrabile che nasconde pericoli. A questo punto, gran parte del lavoro dell'analisi è già stato effettuato e il risultato è che adesso gli alberi sono radi perciò si cammina con facilità; ci sono addirittura dei lumi che indicano la strada e sono anche ad altezza d'uomo cioè facilmente visibili.

C'è un grande fuoco che sulle prime sembra pericoloso, poi però si rivela essere un termosifone il quale, a differenza di un incendio, emana un tepore gradevole ed utile anziché un calore pericoloso.

Ma tutti questi fattori rassicuranti non bastano ancora. Non basta che il fuoco temibile abbia lasciato il posto ad una caldaia (oggetto che implica un fuoco acceso di proposito e anche circoscritto), c'è addirittura un interruttore vale a dire un congegno che rende il tutto ancora più controllabile. Il termosifone, inoltre, è dotato di una manopola che consente di regolare a piacere la quantità di calore emesso.

Ma quand'è che questa scoperta piacevole e rassicurante si rende possibile? Solo nel momento in cui lui AFFRONTA quello che CREDEVA essere un incendio! Solo allora, quello che sembrava un pericolo si rivela essere una RISORSA utilissima.

Domanda legittima: il paziente dove prende quel coraggio di AFFRONTARE il pericolo che non ha mai avuto fino a quel momento? Quel coraggio è uno dei frutti prodotti dall'analisi, scaturisce spontaneamente dall'aumentata fiducia in se stessi che abbiamo visto nel sogno precedente. 

E c'è anche, nel paziente, la sensazione di sicurezza derivante dalla presenza dell'analista, una figura "forte" che gli consente di compiere anche quelle operazioni che da solo non sarebbe capace di compiere. La presenza dell'analista, comunque, non sarà necessaria in perpetuo: una volta fatta la scoperta che il fuoco è una "caldaia che produce tepore" (e non un incendio), la paura scompare e si diventa capaci di proseguire nel bosco anche da soli.