Due delinquenti arrivano a tutta velocità con una macchina rossa, potente e sfavillante. Li conosco tutti
e due, uno è un delinquente noto a tutti, per l'altro invece mi sorprendo
poiché mi era sempre sembrato un ragazzo di buona famiglia, lavoratore e
tranquillo.
Arrivano davanti una
casa che architettonicamente è bella, ma è abitata
da altri delinquenti. Quando arrivano vanno a sbattere contro una
macchina parcheggiata.
Io mi accorgo che in
quella casa cominciano a volare degli oggetti, forse delle pentole, che fanno
piangere un bambino di circa 10 anni perché è impaurito da quello
che sta succedendo. Vicino al bambino c'è una persona che cerca di spiegargli come
ci si deve comportare in una situazione del genere.
Io, dopo aver visto
tutto questo, penso che non voglio più vivere in una città come quella, abitata
da delinquenti, e voglio andare in un luogo tranquillo
insieme con le persone alle quali voglio più bene.
Interpretazione
La persona
che ha fatto questo sogno si trova ancora in una fase dell'analisi che precede
quella illustrata nel sogno precedente. Qui la paura ancora non è scomparsa
grazie alla scoperta della sua infondatezza. Qui la proiezione nel mondo
esterno delle proprie parti cattive ancora sussiste e la sognatrice vede la
soluzione solo nella fuga in un luogo tranquillo. Ancora non sa che i luoghi
tranquilli non esistono in quanto i "delinquenti" stanno dentro di lei,
pertanto la seguirebbero dovunque.
Sta
scoprendo, inoltre, delle parti "cattive" nuove per lei, insospettate
(il ragazzo di buona famiglia). Si tratta delle parti "rimosse" che
stanno venendo a galla.
La paura che
lei prova è simile a quella di un bambino spaventato dal prodursi di
fenomeni di cui non sa spiegarsi l'origine. Vede gli effetti, ma ancora ne ignora
le cause.
Il sogno ci
fornisce anche un'indicazione significativa:
lei vorrebbe andare in un luogo tranquillo insieme con le persone alle
quali vuole più bene. Vorrebbe proteggere quelle persone perché molto
probabilmente sono le stesse che sono minacciate dalle sue pulsioni
"cattive".
Qui sotto voglio
riportare una riflessione fatta qualche tempo fa da una paziente. Non
si tratta di un sogno, ma penso valga lo stesso la pena di riportarla poiché
permette di farsi un'idea dei cambiamenti positivi della personalità che il
lavoro sui sogni rende possibile.
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Sono stanca. Sento di
vivere una vita che non mi appartiene. Vorrei lasciare la maschera di scena.
Sono stufa del mio ruolo di comparsa. Vorrei cominciare ad essere l'attrice
principale della mia vita.
Se mi fermo ad
ascoltare il turbinio di pensieri che affollano la mia mente rischio di
impazzire. Non ho un pensiero che sia veramente mio. Vivo degli avanzi degli
altri, e spesso anche scadenti.
Sento il desiderio di
affermarmi ma, prima di decidere qualsiasi cosa, vado a sbirciare nel sacco
degli altri con la speranza di trovare un vestito che possa calzarmi alla perfezione. Ma i
vestiti degli altri non saranno mai miei, prima o poi qualcuno busserà alla
porta e me li chiederà indietro. Così resterò nuda. Non
ho mai avuto vestiti miei. Quelli degli altri, che caparbiamente ho cercato di
trattenere, mi sono stati strappati. A volte ho deciso di ridarli indietro io
stessa perché non li indossavo più con disinvoltura. Allora il mio corpo ha
cominciato a ribellarsi. Aveva freddo, si sentiva nudo, le viscere si
contorcevano per la paura, la paura di sentirmi chiamata a spendere le mie
risorse per acquistare un vestito nuovo.
Sono finalmente
consapevole che i vestiti degli altri non possono andar bene per me, anche se
per tutta la vita li ho usati senza rendermene conto. Adesso che ho capito,
adesso che ho sentito la necessità di spogliarmi dei vestiti degli altri, mi
ritrovo a dover decidere, io e solo io, quale vestito indossare.
Non sono abituata a
scegliere e a gestirmi, allora la paura è l'unica emozione che sento. Mi copre,
mi avvolge, mi afferra, mi strazia, mi uccide. Sento che a fregarmi potrà essere solo la
paura di non farcela.
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