14 dicembre 2016

Sogno n. 314


Ho sognato che ero Takkar, il protagonista del videogioco "Far Cry Primal". Dovevo lottare con gli animali preistorici, ma potevo anche addomesticarli e ammansirli. Mi meravigliavo che non fossero poi così feroci come credevo.Una volta addomesticati, anzi, mi servivano per difendermi quando i nemici mi attaccavano.

Nella vita da sveglio questo gioco mi è sempre piaciuto tantissimo.

Interpretazione

Se non conoscete questo gioco potete leggerne la trama su Wikipedia. Gli animali preistorici rappresentano le emozioni che si agitano nell'inconscio e che ci appaiono pericolose. 

Nelle prime fasi dell'analisi si sogna spesso di essere aggrediti da queste belve e di fuggire per non essere divorati da loro. Se in quei sogni non ci sono belve vere e proprie come in questo caso, ci si trova comunque sempre a vivere analoghe situazioni di pericolo, di paura e di fuga.

Qui invece il sognatore non fugge più per il terrore, ribalta anzi il suo ruolo e diventa l'eroe coraggioso che affronta le belve, le addomestica e scopre quindi di poterle trasformare in qualcosa di utile e addirittura di protettivo. 

Il fatto che gli animali in questione fossero "preistorici" ci permette di capire che il sogno si riferisce ad emozioni molto antiche cioè, trasferito nella scala umana, comparse all'epoca dell'infanzia.

Il traguardo che l'analisi si propone di raggiungere non potrebbe essere mostrato con immagini più eloquenti di queste. 

PS - Adesso è facile capire il motivo per il quale nella vita da sveglio questo videogioco piacesse così tanto al paziente. Identificandosi nel protagonista gli permetteva infatti di passare dal ruolo della vittima impaurita e passiva a quello dell'eroe vittorioso e attivo.


21 novembre 2016

Sogno n. 313



Stavo fuggendo da un vecchio palazzo. Ero arrivato quasi all'aperto e sentivo che qualcuno mi ordinava di tornare indietro (erano i Tedeschi). 

Mi colpiva il fatto che provassi l'impulso ad obbedire al loro ordine: lo vedevo come una mia abitudine ad ubbidire, ad essere sottomesso. Mi colpiva anche il fatto che una parte di me facesse questo, che fosse così prona agli ordini degli altri anche contro il mio interesse. Nel mio comportamento vedevo la forza ancora grande delle vecchie abitudini.

Interpretazione

Il sognatore sta fuggendo dalla vecchia personalità, ma questa è ancora presente ed esercita il suo potere pernicioso.

Come retaggio dell’altima guerra mondiale, nell'immaginario di molte persone i Tedeschi rappresentano l'AUTORITÀ che comanda in modo SPIETATO, senza tollerare disobbedienza alcuna. Può trattarsi sia dell'autorità esterna che di quella interna (Super-Io).

Il sognatore è ancora schiavo del vecchio comportamento di sottomissione passiva, ma adesso comincia a rendersene conto (infatti è stato lui a sottolineare questa parte del testo), sta prendendo coscienza che il suo essere prono agli ordine degli altri va a ledere il suo interesse.

Come ho già detto in altre occasioni, il prendere coscienza di un comportamento inadeguato rappresenta il primo passo da compiere per poterlo modificare. Anche se le vecchie abitudini sono ancora forti, oramai il  passo più importante è stato fatto.


23 ottobre 2016

Sogno n. 312



Ricevo e pubblico:

Vorrei proporti un sogno che da piccola facevo sempre e che, verso gli otto anni, per fortuna ha smesso di assillarmi. Se avrai tempo e voglia di interpretarlo te ne sarò grata. Senza fretta, naturalmente! La mia è solo una curiosità perciò, se ci sono persone con più urgenza di sapere il significato dei propri sogni, aspetterò volentieri.
Ciao e grazie.

Questa è la situazione "tipo" alla quale arrivavo sempre durante i sogni:

Mi trovavo dentro una piscina vuota. Ero nella parte più profonda, quella riservata agli adulti. Nella realtà quel lato di solito non supera i 6-7 metri di altezza. Nel sogno invece era alto almeno 15 metri. Volevo uscire ma non potevo raggiungere la scaletta perché stava troppo in alto. Per uscire sarei dovuta passare da quella specie di dislivello che divide la zona con acqua bassa da quella con acqua alta. La cosa strana è che nel sogno non ci provavo mai perché mi svegliavo sempre prima.

Quello che mi spaventava era trovarmi fra quelle pareti azzurre e alte. Mi opprimeva sapere che da un momento all'altro avrebbero potuto riempire le vasche e l'acqua sarebbe uscita con un getto violento da quelle bocchette verdi che stavano in alto sui lati, oppure dai bordi rientranti che ci sono nei lati delle piscine (a dire il vero,non so come facciano nella realtà a riempire d'acqua una piscina).

Non avevo paura di affogare perché nel sogno sapevo nuotare (come nella realtà). Il mio era piuttosto un senso di oppressione, quasi di claustrofobia (anche se nella realtà non ne ho mai sofferto). Ero proprio atterrita da quell'idea, infatti mi svegliavo sempre ancora prima di provare a uscire.

Una variante del sogno era che stavo facendo il bagno nella piscina e questa iniziava a svuotarsi così velocemente che non facevo in tempo ad uscire. Mi angosciava l’idea di finire sul fondo della vasca senza l'acqua che sembrava quasi mi proteggesse, ma non so da cosa. In ogni modo, mi svegliavo prima che la vasca si svuotasse.

La sensazione opprimente era sempre quella prodotta dalle alte pareti azzurre, dal non sapere come uscire e dall'idea dell'acqua che rientrava. Devo dire che l'impressione che mi faceva quel sogno era talmente tanta che ancora adesso, se vedo una piscina vuota, mi incuriosisce molto ma… preferisco starle lontano!

Interpretazione

Come spesso accade nei sogni, l'acqua rappresenta le emozioni e l'inconscio.

Poiché si tratta di una PISCINA, possiamo aggiungere che il sogno si riferisce all'inconscio PERSONALE e non a quello COLLETTIVO in quanto una piscina esprime l'idea di una quantità d'acqua LIMITATA, a differenza del mare che invece rappresenta la TOTALITÀ dell'inconscio.

La piscina è anche un luogo in cui l'acqua ci appare meno pericolosa che in mare, non solo perché ce n'è di meno, ma anche perché si può contare sulla presenza di qualcuno quindi sul suo aiuto. Nel tuo sogno sembra non esserci nessuno oltre te, ma questo non toglie che la condizione di una persona che si trova in una piscina sia meno disperata di quella di chi sta in mare aperto.

L'ACQUA-EMOZIONi produce in te un doppio effetto:  da un lato senti che ti protegge, dall'altro ti spaventa l'idea che da un momento all'altro possa tornare affluendo con violenza. Direi che si tratta di un modo efficacissimo di rappresentare l'effetto ambivalente prodotto in noi dalle emozioni. Quelle "buone" ci fanno sentire a nostro agio mentre  quelle "cattive" ci spaventano e così fanno scattare il meccanismo di difesa chiamato RIMOZIONE:  le emozioni scompaiono dal piano cosciente, ma continuano ad essere ben presenti nella nostra psiche e generano quel tipo particolare di paura che è l'ANSIA, cioè la paura senza un pericolo visibile che la giustifichi. In effetti per noi il pericolo esiste davvero, anche se non lo vediamo. Si tratta delle emozioni "cattive" che "spingono" per riaffiorare al livello della coscienza e che possono ritornarvi in qualsiasi momento.

Ti trovi nella parte della piscina riservata agli adulti cioè quella in cui l'acqua è ALTA: la vita ti ha costretto a vivere esperienze troppo forti per una bambina perciò le emozioni in ballo sono molto forti.

Non cerchi di passare nella parte in cui l'acqua è bassa perché ti svegli prima di poterlo fare: il trauma psichico che hai subito è stato così intenso da impedirti il ritorno alla condizione di esistenza più appropriata per una bambina.

Colpisce nel sogno la completa assenza di altre persone. Evidentemente non hai avuto qualcuno al quale poterti appoggiare e chiedere aiuto.

Le emozioni alle quali si riferisce il sogno sono state molto forti, ma non si è trattato di una esperienza distruttiva. Infatti non affoghi. Non hai nemmeno la paura di affogare. E verso gli otto anni di età hai smesso di fare quel sogno. Evidentemente sei riuscita a superare quel punto critico della tua esistenza. Di quali emozioni si tratta? Il sogno non lo dice.

Il fatto che il sogno fosse ricorrente ci permette di capire che era l'espressione di una situazione  esistenziale permanente quindi non risolta, almeno fino ai tuoi otto anni.