2 dicembre 2017

Sogno n. 328



Mi trovavo in un albergo e chiedevo dove era il bagno. Mi mandavano all'ultimo piano, entravo nel bagno e vedevo che era sporchissimo, con il WC pieno di cacca.

Facevo la pipì e mi sporcavo di cacca. Mentre ero lì, dalla tazza usciva dell'acqua che mi bagnava e mi faceva provare un totale senso di schifo.

Allora scendevo e cercavo il direttore con il quale mi arrabbiavo molto rimproverandolo per tutto lo schifo che c'era in quell'albergo. Ero molto incazzata con lui perché non faceva pulire bene e pensavo che io sarei stata più brava nel pulire, avrei tenuto il bagno pulitissimo.

Interpretazione

La paziente che ha fatto questo sogno si trova in una fase meno avanzata dell'analisi rispetto ai pazienti dei tre sogni precedenti. Infatti usa ancora in maniera massiccia il meccanismo di difesa rappresentato dalla PROIEZIONE. Infatti la cacca di cui parla il sogno non è la SUA, ma di altre persone perciò lei non se ne sente per niente responsabile. Anzi, è convinta che lei sarebbe stata più brava nel pulire, che avrebbe tenuto il bagno pulitissimo, perciò non prova vergogna ma indignazione. E rimprovera il direttore. Può permetterselo perché è convinta che la responsabilità per lo "sporco" non ricade su se stessa, ma su un'altra persona.

Questa è la sensazione piacevole che ci procura la PROIEZIONE. Però la paghiamo a caro prezzo perché ci impedisce di prendere contatto e diventare consapevoli  delle "nostre" parti "cattive". Consapevolezza che rappresenta l'unico modo per elaborarle-integrarle-superarle. Ma torno subito al sogno, anche se il discorso sulla PROIEZIONE meriterebbe ben altro spazio a causa delle sue enormi ripercussioni sul piano delle relazioni interpersonali, su quello della politica e su quello dell'etica come viene concepita nelle religioni.

Nel direttore, dunque, possiamo vedere rappresentato sia il Super-Io della sognatrice sia una persona del mondo esterno sulla quale lei carica la responsabilità di quello che considera "sporco". La prima ipotesi di lavoro, il primo pensiero va naturalmente alla figura del padre della sognatrice.Come dire che, se non è zuppa, è pan bagnato.

Ultima notazione: la sognatrice precisa che viene mandata all’ultimo piano. Forse vuole sottolineare la scomodità dell’operazione di pulizia che avviene nello studio dell’analista che si trova su un piano molto alto del palazzo. 


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